«Prima l’istruzione e la cultura»

Lo scorso 24 febbraio le ragazze e i ragazzi del Liceo Scientifico Statale “M. Guerrisi” di Cittanova hanno incontrato il dott. Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, che ha risposto alle loro domande. Il dibattito è stato presieduto dalla dott.ssa Clelia Bruzzì, in qualità di dirigente scolastica, dal sindaco di Cittanova Francesco Cosentino e dal senatore Giuseppe Fabio Auddino. L’incontro, tenutosi presso il Palasport di Cittanova, si è svolto in occasione della presentazione del progetto scolastico relativo al concorso “Senato e Ambiente”, che tratta del rapporto tra le mafie, in particolare la ‘ndrangheta, e le politiche ambientali. «Manca la cultura ecologica», ha detto Gratteri in merito all’origine del fenomeno delle ecomafie. Secondo il procuratore, l’elemento di base assente nella cultura di massa è «l’educazione al rispetto per la cosa pubblica». Una lunga riflessione, quella del procuratore: «Le politiche ambientali sono un business che dà potere, ed è proprio il potere ciò che le mafie cercano. Stretti legami familiari e gerarchie solide sono gli elementi che fortificano la ‘ndrangheta, complici le radici profonde che la Santa Società ha nella storia del meridione e non solo». Un’analisi complessa, intervallata da aneddoti e racconti personali. «Il tempo passa, la società progredisce ˗ ha spiegato Gratteri ˗ e con essa anche le mafie, che cambiano il loro modo di fare affari adattandolo alle necessità del presente: utilizzando la droga come capitale, i soldi vengono reinvestiti in appalti, infrastrutture e smaltimento dei rifiuti». Il ragionamento di fondo è che il potere della mafia va ingrandendosi, sfruttando «un sistema normativo blando», in cui «manca la proporzionalità delle sanzioni rispetto alla natura dei reati commessi». Tali lacune nel sistema giudiziario sono una problematica principalmente europea e non esclusivamente italiana, tant’è che sotto questo aspetto «l’Italia si distingue positivamente», a differenza di altri Paesi, come la Germania, che rappresenta proprio lo «Stato prediletto dalla ‘ndrangheta» sul panorama internazionale. Diverse le domande e le curiosità poste da ragazze e ragazzi di diverse classi, a partire da una questione centrale: «Cosa manca all’Italia per essere libera dalla mafia?». Nella sua risposta, il dott. Gratteri ha voluto far leva sull’importanza dell’educazione dei giovani, che ha inizio nel nucleo familiare, sottolineando come «siano i genitori a fornire insegnamenti preziosi nonostante, talvolta, i loro limiti culturali». Il procuratore ha ribadito quanto sia importante non solo l’educazione familiare ma anche quella scolastica, mettendo in evidenza la necessità di «investire nell’istruzione», e di come siano proprio i giovani ad avere in mano il futuro e soprattutto il presente, essendo gli unici che – per mezzo della conoscenza – possono far fronte ad un fenomeno nato dall’ignoranza di chi crede che con la forza e la delinquenza si possa ottenere tutto. Il dott. Gratteri  ha infine fatto un appello ai presenti, invitandoli a studiare e a leggere perché «è la buona lettura a formare la psiche» e, al momento della conclusione, grazie a parole in grado di ispirare, ha lasciato ai ragazzi l’insegnamento più importante, ricordando loro che non sono il denaro e la violenza a dar prestigio, ma la libertà, che va di pari passo con la conoscenza. Perciò, sopra ogni cosa, «devono esser messe in risalto l’istruzione e la cultura».

 

Elisa Papasergi

Alessandro Romeo

Foto di Paolo Ferraro