Impressioni di viaggio, Turchia, Erasmus + “Challenge to a Healthy Life” Mobilità del Liceo Scientifico “M. Guerrisi”, 27 marzo – 3 aprile 2022

 

Escursione sul Monte Kaz, sui sentieri dell’antica Troia, 30 marzo 2022

Un percorso suggestivo, sulle tracce di antiche vestigia, tra scenari naturalistici e villaggi rurali. Una Turchia arcaica, che nelle sue contraddizioni rievoca il fluire di civiltà, che nel suo rapporto con l’alterità ricorda che siamo da sempre greci, arabi, mediorientali. Un sostrato che è possibile ritrovare nei volti tipicamente mediterranei, negli odori, nella luce riflessa, nei terrazzamenti fatti con i muretti a secco, nelle acque che trascolorano nel verde. È un po’ come l’Italia delle aree interne, che restituisce immagini espresse e assopite, mescola  il passato e il presente, il qui e l’altrove. Si parte dai nuclei abitativi, dai gesti quotidiani nelle stradine, dai volti delle donne che improvvisano banchi di fortuna per la vendita di conserve e odori, dai panni stesi ad asciugare,  dalle presenze e dalle assenze. L’aura mitica della vicina Troia è tutta qui, in questi anfratti e in queste pietre.  Si percorre la strada  da cui si vede il mare: scendendo, collega  il vecchio con il nuovo. Ricca di una vegetazione  fitta, tipicamente mediterranea,  è una sorta di terra di mezzo che raccorda ogni giorno le tante anime della montagna, persino quelle che sembrano non incontrarsi mai. Sfilano  i volti e le distese di ulivi, e le case, gli edifici che sembrano sovrapporsi, i trattori; si arriva alla marina della Marmara, dove i  passaggi epici lasciano il posto a un presente ingombrante. Dall’altra parte di questo mare c’è la guerra, e si avverte un leggero straniamento a pensare alla morte, al dolore. Si riparte. Ci si ferma ancora a osservare, ma soprattutto ad annusare. Fotogrammi di un mondo antico,  piccola metafora del contemporaneo.

Teresa Grano

Istanbul, magia d’Oriente

Durante la giornata di sabato (2 aprile, ndr) in mattinata, ha avuto luogo un tour guidato in alcuni luoghi del centro storico di Istanbul, con visita alla ex cattedrale di Santa Sofia, oggi moschea, e del palazzo del Sultano. Tutto il pomeriggio è stato invece dedicato alla visita del Gran Bazar di Istanbul, alla suggestione dei colori e degli odori del Bazar delle Spezie. In bilico tra Oriente e Occidente, la città appare divisa tra un tratto marcatamente orientale e uno sguardo europeo. In mezzo, il Bosforo, un confine naturale netto ed evidente: percorrendo  i ponti che collegano le due parti, prevale una sensazione di straniamento.  Attraversata da grattacieli e baracche, Istanbul è una megalopoli che conta tra le 15 e le 20 milioni di persone, tra abitanti e visitatori giornalieri. Una città in cui rischi di perderti fisicamente e intellettualmente. Particolare è il suo profumo, i suoni – primo fra tutti il richiamo di primo mattino dell’Imam -, la luce tipicamente mediterranea. A renderla unica è l’atmosfera esotica, surreale, sospesa. Istanbul non è solo cupole e grattacieli, ma aria speziata: nel Gran Bazar, nella parte più antica di una zona commerciale vastissima, i venditori ti invitano a entrare nei negozietti per mercanteggiare, annusare, praticando un’arte della persuasione che mette insieme abilità e gentilezza. È un tripudio di colori: indimenticabili i banchi di zafferano giallo, curry e curcuma, paprika, peperoncino ed henné. Si trovano anche tantissimi gusti di tè deliziosi e dolci di ogni varietà e colore.  Si esce un po’ storditi dai profumi  e dal fare meridionale dei venditori: a tratti, ci è sembrato di essere nella Vucciria di Palermo, o per le strade affollate dei Quartieri Spagnoli di Napoli.

Rosario Mandaglio, Teresa Grano