«Un punto di partenza per giovani sognatori». L’ideatore della SRC, Cordopatri, spiega l’importanza dell’arte e dello spettacolo

La scuola di recitazione della Calabria nasce il 15 maggio 2016 da un’idea di Walter Cordopatri. Situata attualmente nell’ex carcere di Cittanova, è stata inaugurata nel gennaio del 2017 all’interno del “Polo Solidale per la Legalità F. Vinci”.  Porre le basi per poter affrontare un’audizione cinematografica, teatrale e televisiva è tra gli obiettivi principali di questa iniziativa. Cordopatri ha accettato di rispondere ad alcune domande, sottolineando l’importanza per la nostra regione di fare cultura e spettacolo anche attraverso questa scuola.

Da cosa nasce il sogno di diventare un attore?

«Il sogno di diventare un attore nasce praticamente dal nulla. I primi momenti in cui ho capito di avere questa passione erano a scuola quando facevo le prime imitazioni, le prime recite con i compagni. L’ho scoperto lì, mi piaceva stare al centro dell’attenzione, far ridere, scherzare e imitare i professori. Non sono mai stato uno che si vergogna in mezzo alla gente, mi piace comunicare. Soprattutto mi incuriosiscono molto le emozioni che possono provare delle persone diverse da me. Questa passione, quindi, nasce dalla curiosità e dalla voglia di riscoprire delle nuove sensazioni a contatto con gli altri. Poi, piano piano, mi sono accorto che la passione poteva diventare mestiere.  E così è stato. Passando sempre, però, da tanto lavoro, da tanti step, come poi funziona nella vita. Ora sono praticamente innamorato di questo mestiere e cerco di farlo al meglio per poter lasciare qualcosa in ogni progetto che faccio».

Come è stato lasciare la propria terra, a cui dichiara di essere molto legato, per inseguire il proprio sogno?

«Quando mi trasferii a Roma non volevo assolutamente andare via dalla Calabria. Ciò che mi infastidiva -e che mi sono portato sempre dietro- era il fatto di essere stato obbligato a lasciare casa perché non c’era una scuola di recitazione nella mia regione. Però oggi sono qui, sono ritornato di nuovo. Non voglio vivere altrove perché amo troppo questa terra. Amo il potenziale di questo territorio e sento l’esigenza, il bisogno, la necessità di fare qualcosa. Offrendo un aiuto nella lotta contro i problemi che abbiamo e sentirmi utile alla causa».

Come nasce la SRC?

«La scuola nasce dall’idea di creare delle opportunità attraverso l’arte, la bellezza, la cultura, il teatro, il cinema, quella formazione necessaria per i giovani che io non ho avuto. Oggi la SRC è un sogno realizzato, un punto di partenza per altri giovani sognatori, una realtà  che a tutti i costi doveva prendere vita, una scuola di tutti e per tutti. Perché tutti, da nord a sud, devono avere la possibilità di scegliere, di studiare, di crescere e imparare a conoscere sé stessi in mezzo agli altri».

 

Durante la pandemia come si è adattata la scuola? In che modo la distanza ha influenzato le sue attività?

«La scuola ha resistito dal primo giorno. Siamo una delle pochissime realtà nazionali a non aver mai perso un minuto di lezione. Non abbiamo mai mollato, la didattica è sempre andata avanti, sicuramente con grande sacrificio, con grandi sforzi. Questa pandemia ci ha  fatto male, però le difficoltà sono sempre dietro l’angolo, dobbiamo essere  pronti ad affrontarle e a resistere, perché dopo ogni difficoltà c’è sempre una ripresa. Ci siamo naturalmente adeguati a quelle che sono le normative, abbiamo capito che la distanza di un metro può essere utile, sperimentando nuove forme di didattica e di approccio alla lezione. Quelle che erano quindi le difficoltà sono diventate poi dei punti di forza».

A raccontare meglio l’esperienza all’interno della scuola sono due ragazzi frequentanti il Liceo “ Guerrisi”, che hanno deciso di rilasciare un’intervista in forma anonima.

Cosa vi ha spinto a frequentare la SRC?

A: «Ho deciso di frequentare la scuola perché mi piaceva l’idea di diventare un attore e perché essendo molto timido volevo che il mio carattere fosse più aperto».

G: «Il motivo per cui ho deciso di frequentare la scuola è stato quello di migliorare la mia espressione facciale, molto neutra, per riuscire ad esprimermi al meglio».

La scuola offre l’opportunità di lavorare in molti ambiti, in quale di questi avete scelto di cimentarvi?

  1. e G. «Sì, esatto, la scuola prevede un programma diviso in classi formate in base all’età e al tempo in cui i ragazzi ne diventano alunni. In quattro anni di scuola le attività a cui abbiamo partecipato sono: acrobatica, canto, ballo, recitazione e dizione».

Com’è il rapporto con gli insegnanti e i compagni di lavoro?

  1. «Ho un buon rapporto con tutti gli insegnanti perché credono molto in me e mi spronano a dare il meglio; è una cosa molto significativa. Ho conosciuto molte persone nuove, con le quali ho fatto amicizia».
  2. «Ho un bel rapporto con gli insegnanti e le persone che frequentano la SRC, soprattutto perché, se non riesco a fare determinate attività, mi tranquillizzano aiutandomi sempre».

Avete mai avuto l’opportunità di partecipare a spettacoli organizzati dalla SRC?

  1. «Ho partecipato a cinque spettacoli, di genere diverso l’uno dall’altro, tra cui uno tenutosi presso il Cinema Teatro Gentile di Cittanova. Prima della pandemia preparavamo questi spettacoli in un mese e mezzo circa».
  2. «Io ho invece avuto l’opportunità di partecipare a soli due spettacoli organizzati dalla scuola: uno di questi era incentrato sui sette peccati capitali, e ogni ragazzo ne interpretava uno».

Quale crescita personale rappresenta il percorso che state facendo?

  1. «Implica una crescita morale, ha portato allegria nella mia vita e mi ha soprattutto aiutato ad essere più estroverso».
  2. «Per me ha rappresentato una crescita sotto ogni punto di vista, ma soprattutto sotto il profilo del linguaggio che ora è sicuramente più ricco».

Aurora Mavrici