ZAKULTURA Libri: “Un giorno questo dolore ti sarà utile”, di Peter Cameron

 

Nel romanzo “Un giorno questo dolore ti sarà utile” lo scrittore statunitense Peter Cameron riesce a descrivere il dolore e la solitudine mirabilmente, tenendo i lettori incollati al libro tramite la prosa densa, i dialoghi pungenti e la storia del bizzarro protagonista.

James Sveck è un adolescente di New York, nato da una stereotipata famiglia americana: genitori divorziati, il padre è un celebre avvocato attento a non incappare nuovamente nella trappola del matrimonio; la madre gestisce una galleria d’arte in cui pare non entri mai nessuno e nel frattempo cerca di ricominciare in seguito all’ennesimo fallimento amoroso; poi c’è la sorella, Gillian, che ha una relazione con uno dei suoi professori al college, il quale è sposato ma vive una relazione aperta con la moglie. È in questo ambiente che James si fa strada per affrontare il suo futuro e prendere importanti decisioni: alla Brown lo attendono i suoi coetanei che, però, ritiene tanto noiosi e ai quali non vorrebbe neppure avvicinarsi. Per questo, nella speranza di trovare un’ alternativa all’università, si rifugia tra antiche case del Midwest, osservate dalla caotica New York tramite tour virtuali online, grazie alle quali potrebbe finalmente allontanarsi da tutto ciò che lo fa sentire un disadattato ed essere se stesso ogni secondo, poiché è se stesso esclusivamente quando si ritrova a perdersi in Shakespeare o Trollope in solitudine.

«Avrei tanto voluto che la giornata fosse come la colazione, quando le persone sono ancora sintonizzate sui loro sogni e non è previsto che debbano affrontare il mondo esterno».

Al di fuori dei suoi amati libri, il protagonista resta un disadattato dalla prima fino all’ultima pagina, facendo affezionare il lettore ai suoi tormenti e alle sue paure: nonostante James appaia come un outsider, un adolescente che rifiuta di omologarsi in una società consumistica, la sua attitudine risulta essere una profonda paura all’idea di diventare adulto in un mondo che non gli piace più e si sente compreso solo da sua nonna, Nanette.

«C’era mia nonna che mi ascoltava, che sembrava accettarmi come mi accettava solo lei, e fuori, tutt’intorno a noi, un sereno sabato estivo e un mondo non ancora completamente sopraffatto dalla stupidità, dell’intolleranza e dall’odio».

In conclusione, il dolore di James non gli sarà utile, ma è interessante accompagnarlo mentre tenta di conoscere se stesso, osservare i suoi sconsiderati e sciocchi errori, leggere i suoi pensieri più intimi mentre affronta il proprio dolore e la sua psicologa tenta invano di sviscerarlo e comprenderlo. E’ affascinante come, nonostante la mente del ragazzo venga presentata in maniera profondamente ambigua, si possano rivedere molte delle paure più semplici che un diciottenne qualsiasi potrebbe dover affrontare in un momento della vita così particolare. Leggere “Un giorno questo dolore ti sarà utile” sarà un’ottima esperienza per chi teme di essere solo fra tanti.

Sara Giofrè

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